Tariffe biorarie: scopri come funzionano per risparmiare sulla bolletta della luce

Aggiornato il 29/05/2024
di Alessandro Voci
In 30 sec.
  • Le tariffe dell’energia elettrica sono diverse per una serie di caratteristiche, tra cui la tipologia di tariffazione: bioraria o monoraria.
  • La tariffa bioraria permette di spendere meno per l’energia alla sera e durante i weekend.
  • Per questo, la bioraria è particolarmente adatta a chi riesce a concentrare i propri consumi nelle fasce a basso costo, le cosiddette F2 e F3.

Le offerte energia elettrica si dividono in base a diverse variabili: tariffe del mercato libero o del mercato tutelato stabilite dall'ARERA, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente e la variabile trasversale tra tariffe monorarie e le tariffe biorarie: vediamo che cosa si intende con questo termine e che cosa cambia per l’utente.

Che cos’è la tariffa bioraria?

La tariffa bioraria è un tipo di tariffa energetica che varia il prezzo dell'energia elettrica a seconda del momento della giornata e a seconda del giorno della settimana; la tariffa monoraria, al contrario, ha lo stesso costo in qualsiasi momento. In questo modo, si ha un prezzo più alto durante le ore di punta e un prezzo più basso durante le ore di minor consumo.

Quante fasce orarie esistono?

Nel dettaglio, la tariffa bioraria prevede la divisione della giornata in tre fasce orarie, come si può vedere nella seguente tabella:

Fascia oraria Giorni feriali Sabato Domenica e festivi
F1 dalle ore 8:00 alle ore 19:00 - -
F2 dalle ore 19:00 alle ore 23:00 dalle ore 8:00 alle ore 13:00 -
F3 dalle ore 23:00 alle ore 8:00 dalle ore 13:00 alle ore 23:00 per l'intera giornata

Il prezzo dell'energia elettrica varia in base alla fascia oraria. La fascia F1 ha il prezzo più alto, mentre la fascia F3 ha il prezzo più basso.

A chi conviene la tariffa bioraria?

La tariffa bioraria è generalmente conveniente per chi è in grado di concentrare i propri consumi energetici nelle ore fuori punta: sera, notte e fine settimana.

Ad esempio, ne beneficia chi utilizza elettrodomestici come la lavatrice, la lavastoviglie o l'asciugatrice nelle ore serali e notturne.

Al contrario, la tariffa bioraria non è molto adatta per chi ha un basso consumo di energia elettrica, ad esempio in case con poche persone o con un ridotto numero di elettrodomestici. In questo caso il consumo energetico è costante durante l'intera giornata e non si ha bisogno di differenziare in fasce orarie specifiche.

Molto dipende anche dal tipo di nucleo familiare: una coppia che lavora, ad esempio, può scegliere una tariffa bioraria perché essendo fuori casa tutto il giorno concentrerà i propri consumi nelle ore fuori punta, a differenza della famiglie dove più persone stanno spesso a casa durante la giornata (ad esempio studenti o casalinghe).

In ogni caso, la scelta tra la tariffa bioraria e la tariffa monoraria deve essere fatta sulla base dei propri consumi energetici e delle proprie esigenze, valutando attentamente i costi delle bollette e le eventuali offerte promozionali dei fornitori di energia elettrica.

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Come risparmiare sulla bolletta luce con la tariffa bioraria? 4 suggerimenti semplici

Per risparmiare sulla bolletta luce con la tariffa bioraria, è importante concentrarsi sull'utilizzo dell'energia elettrica durante le fasce orarie a prezzo più basso (F2 e F3).
Ecco 4 consigli utili per ottimizzare l'utilizzo di elettrodomestici - oltre al già citato utilizzo di lavatrice, lavastoviglie e asciugatrice durante le fasce a serali:

  1. programmare il funzionamento del climatizzatore o del riscaldamento durante le fasce orarie a prezzo più basso, in modo da evitare di utilizzare l'energia elettrica durante la fascia F1;
  2. limitare l'uso del forno elettrico durante la fascia F1, che ha il prezzo più alto dell'energia elettrica; meglio utilizzare il forno a gas, che ha un costo inferiore;
  3. scegliere lampadine a basso consumo energetico, in modo da limitare il consumo di energia elettrica in generale, in qualsiasi fascia;
  4. meglio farsi la doccia di prima mattina o in tarda serata se si usa uno scaldabagno elettrico;
  5. installare un sistema di accumulo dell'energia elettrica, in modo da poter sfruttare l'energia accumulata durante le fasce orarie a prezzo più basso.

Le tariffe biorarie convengono davvero?

La tariffa bioraria può essere davvero conveniente, a patto che:

  • rispetti le proprie esigenze;
  • si sia davvero disposti a cambiare le proprie abitudini di consumo giornaliero;
  • si sia nel mercato libero o in quello tutelato.

In merito all'ultimo punto: è importante precisare che nella Maggior Tutela la differenza è sempre meno marcata all’interno delle fasce orarie: il prezzo fisso dell’energia per fascia è simile a quello all’ingrosso, che, come espresso in precedenza, quasi non si differenzia più tra la fascia F1 e le fasce F23. Il risparmio quindi potrebbe essere irrisorio, con il costo immateriale - ma comunque significativo - dell'aver dovuto cambiare le proprie abitudini di utilizzo degli elettrodomestici.

Nel mercato libero invece, questo si ribalta: se l'offerta prescelta presenta una forte variabilità (35 o 40%) tra il prezzo bloccato in F1 e quello in F2, l'utente potrà trarne vantaggio sicuramente maggiore rispetto alla situazione precedente.

Com’è fatta una tariffa dell’energia elettrica?

Una tariffa dell'energia elettrica - che sia bioraria o monoraria - è composta da diversi componenti che determinano il prezzo dell'energia elettrica che viene fornita agli utenti. Eccoli nel dettaglio:

  • spesa per la materia energia: questa è la voce principale della tariffa e rappresenta il costo dell'energia elettrica effettivamente consumata, espressa in centesimi di euro per chilowattora (kWh). Il prezzo variare in base alla tipologia di tariffa, alla potenza impegnata, al tipo di fornitura (monorario o duale) e alla zona di residenza e viene aggiornata ogni trimestre dall’ARERA e più di frequente dagli operatori del mercato libero;
  • Spesa per il trasporto e la gestione del contatore: è anche questa una voce variabile, in cui si trovano tutti gli importi fatturati per le diverse attività che permettono ai venditori di consegnare l’energia elettrica ai clienti finali.
  • Spesa per oneri di sistema: la voce rappresenta i costi associati alla gestione del sistema elettrico nazionale, che include la regolazione del mercato e la garanzia della sicurezza e dell'affidabilità della rete elettrica;
  • Ricalcoli: questa voce si trova soltanto nelle bollette in cui vengono ricalcolati degli importi che sono stati già pagati in una bolletta precedente a causa di una modifica dei consumi o dei prezzi applicati (è il caso, ad esempio, di un malfunzionamento del contatore, di un errore nel dato di lettura comunicato al distributore o a specifiche sentenze del Tribunale amministrativo).
  • Altre partite: anche questa è una voce che non è presente in ogni bolletta, ma solo in quelle in cui si accreditano o si addebitano degli importi diversi da quelli inclusi nelle altre voci di spesa, come gli interessi di mora, l’addebito o la restituzione del deposito cauzionale, i contributi di allacciamento, gli indennizzi automatici ecc.
  • Bonus sociale: la voce è presente solo per i clienti domestici che abbiano diritto al bonus sociale o a una sua quota.
  • Imposte: qui si trovano le voci relative all’imposta di consumo (ovvero l’accisa) e all’IVA. L’accisa è applicata alla quantità di energia consumata, con aliquote agevolate per i clienti domestici con potenza fino a 3 kW; l’IVA, invece, si applica sull’importo totale della bolletta (10% per le utenze domestiche, 22% per le utenze non domestiche).

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